Se rilevare la temperatura corporea è la via più rapida per individuare possibili soggetti contagiati dal coronavirus, i termometri tradizionali e i termometri ad infrarossi non rappresentano lo strumento più adatto.
Utilizzati all’esordio dell’epidemia, i termometri a infrarossi sono stati poi sostituiti dalla termocamera: uno speciale tipo di telecamera sensibile alle radiazioni infrarosse emesse dai corpi e in grado di rilevare, senza alcun contatto, il calore emanato da un oggetto o da un essere umano e di rendere visibile, su display o monitor, la distribuzione della temperatura del corpo inquadrato.
La termocamera consente una misurazione istantanea e precisa della temperatura. Inoltre, ha un campo di misura molto ampio e può essere collegata a un monitor o, nel caso di modelli portatili, essere lei stessa provvista di display, in modo da avere una rappresentazione grafica di tutte le temperature rilevate.
Sul mercato troviamo molteplici modelli di termocamere e si distinguono in due macro tipologie: quelle che consentono di rilevare il calore dei corpi e di tradurlo in immagine e quelle che, oltre a rilevare il calore e a produrne una “foto termica”, sono anche in grado di misurare la temperatura e attraverso l’impostazione di allarmi sonori o visivi, di allertare il personale preposto ai controlli sanitari quando vengono rilevati valori anomali.
Le termocamere possono essere portatili, dunque utilizzabili manualmente. Questi modelli possiedono un display (ma possono essere anche collegati a un monitor esterno) e un menu simile a quello di un normale smartphone. Poi ci sono le termocamere fisse collegabili a un software di misura corporea dalle funzioni definite in base a parametri e a specifiche esigenze di controllo.
Alcune tipologie di termocamere in circolazione riescono e a misurare la temperatura corporea di un flusso di persone e di fare accendere una spia nel caso in cui le persone monitorate presentino la febbre.
Inizialmente utilizzate all’interno di aeroporti, stazioni ferroviarie e porti, allo scopo di bloccare “i movimenti” del virus, di prevenire la libera circolazione di persone infette, oggi le termocamere per la rilevazione e la misurazione delle temperature corporee sono presenti anche negli ospedali, nelle case di cura e in altri luoghi ad alta frequentazione e ad alto rischio di contagio. E non solo.
In Italia, dopo la Protezione Civile e altre Istituzioni pubbliche, anche le grandi aziende (da Ferrero a Generali), in vista della futura riapertura delle fabbriche, si stanno dotando di termocamere per gestire i flussi dei dipendenti una volta riavviate le attività. Alla base, motivazioni legate alla sicurezza e alla protezione dei lavoratori da eventuali focolai di contagio all’interno della struttura in cui operano.
Fonte https://www.lumi4innovation.it/