A proposito di rilevazione incendi. Le cronache dei giorni scorsi hanno raccontato, anche con immagini molto forti e suggestive, il disastroso incendio della cattedrale Notre Dame di Parigi. Ora le indagini cercheranno di fare chiarezza su come abbia fatto l’incendio a propagarsi in maniera così distruttiva.
Le parole di Roberto Felicetti, docente in tecnica delle costruzioni presso il Politecnico di Milano, sono molto chiare e spiegano bene i pericoli e le sensibilità di un area di lavoro, come possono essere un’azienda o un cantiere, come in questo caso. Riportiamo qui di seguito un estratto d’intervista apparsa su il Sole 24 Ore:
Perché i pericoli aumentano in fase di lavori
«Per causare un incendio serve un innesco, quindi se c’è un qualsiasi impianto deve essere dotato di sistema di sicurezza. Questo per evitare che una utenza difettosa inneschi la prima scintilla», spiega Felicetti. Non a caso, i rischi tendono a moltiplicarsi in contesti come quello di un restauro, per via dell’improvviso aumento di strumenti di lavoro e della minore attenzione riservata ad alcune prassi di sicurezza.
Le insidie sono ovunque: fiamme libere sprigionate da lavori di saldature, scintille che “sfuggono” a un cavo elettrico, innalzamento eccessivo della temperatura. Ad esempio, prosegue Felicetti, «potrebbe essere rimasto acceso uno strumento più a lungo del dovuto, anche solo una utenza elettrica». Quanto agli allarmi, è evidente che un sistema di rilevazione efficace permette di intervenire più in fretta. In questo caso, però, ha giocato a sfavore la struttura: «La cattedrale ha un tetto in legno, materiale altamente infiammabile, e per giunta spiovente – dice – È inevitabile che le fiamme si propaghino più in fretta».
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