Una domanda che può essere venuta in mente soprattutto a chi abita al primo piano in città. In effetti, il rischio che un malintenzionato si arrampichi, seguendo la grondaia, fino al nostro balcone c’è. Una telecamera di sorveglianza potrebbe effettivamente servire da deterrente in maniera molto efficace. Ma si può installare un impianto di videosorveglianza che, per forza di cose, registra immagini riprese su suolo pubblico?
Ecco cosa dicono in merito le più recenti sentenze della Cassazione:
- è necessario affiggere un cartello con un avviso visibile da tutti i passanti, su cui va indicato che quel luogo è soggetto a videosorveglianza;
- la telecamera non può riprendere altro che lo spazio strettamente necessario alla tutela della proprietà;
- l’impianto di sorveglianza può conservare le immagini per un massimo di 24 ore.
Inoltre, non è necessario comunicare al Garante della Privacy l’avvenuta installazione di un impianto di videosorveglianza.
In sostanza, secondo la Cassazione (ed anche secondo la Corte di Giustizia Europea): «l’installazione di sistemi di videosorveglianza con riprese del pubblico transito non costituisce in sé un’attività illecita, né lo sono le concrete modalità di attuazione di tale condotta neanche se ciò può comportare un cambiamento delle abitudini da parte di alcuni vicini di casa». Anche perché, spesso, l’installazione di videocamere di sorveglianza al primo piano di un immobile (o all’interno dello stesso) comporta più sicurezza per tutti i condomini.
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